LA PARABOLA A BISCHERO DEL N°18!
28.01.2015 06:15
IN CADUTA (QUASI) LIBERA.
![]() |
Montolivo, fischiatissimo da tutta la San Siro milanista, accovacciato a terra in segno di resa. |
Alla luce delle ultime che stanno venendo a galla nel mondo pallonaro italiano, oggi non potevamo esimerci di commentare la "posizione" dell'ex capitano viola Riccardo Montolivo: PI GRECO MEZZI.
Montolivo, da queste parti noto anche come: Mosciolivo, Mortolivo, Tontolivo e chi né ha più né metta, ivi compresi anche un'altro paio di soprannomi decisamente più di cattivo gusto, che però ci risparmiamo ben volentieri di scrivere.
Riccardo Montolivo, passatina nei capelli e numero 18 sulle spalle, fece fagotto da Firenze circa due anni e mezzo fa per approdare a parametro zero alla corte di Berlusconi. L'ex capitano viola, per nulla convinto dalle parole di Della Valle, che di lì a poco avrebbe iniziato un processo di rivoluzione con tanto di una massiccia operazione rilancio, se né andò via da Firenze dopo 7 anni di buona Fiorentina. Il tutto accadde formalmente quando Montolivo e i suoi discutibili procuratori, dopo un tira e molla lungo almeno un anno, ruppero in modo sostanzialmente brusco il tavolo delle trattative con Pantaleo Corvino, all'epoca plenipotenziario della società viola. Lo strappo tra le due parti si consumò in modo equivoco ma con il concorso di colpa da parte di tutti e quindi, bando alle ciance e a tutto quello che fu scritto e detto, se è vero che la Fiorentina, dopo aver dormito quanto a tempistica, si impuntò su alcune migliaia di Euro, è anche vero che da quell'altra parte non vedevano l'ora di sentire ogni proposta della società viola per poi rifiutarla sistematicamente con il fine di battersela alla volta di Milano per sottoscrivere un contratto molto renumerativo, ma soprattutto scorrettamente concordato di soppiatto (e da mesi) il tutto proprio grazie al discorso che quello con la Fiorentina era ormai più che prossimo alla scadenza.
Il tira e molla fu estenuante e stucchevole, pieno di bugie, una cosa quasi rivoltante che alla fine non ebbe altro che l'effetto della benzina sul fuoco, visto la situazione in cui versava la squadra e che il popolo viola, stanco della società e dell'atteggiamento dei calciatori dell'epoca, non né poteva più; da lì la rottura definitiva anche con Montolivo e i suoi procuratori, compreso il "tifoso" viola Pallavicino che in quei tempi non faceva altro che arrampicarsi sugli specchi andando a dire d destra e manca che lui non si era MAI direttamente interessato dell'affare; incredibile.
Ma qualche timido scricchiolio tra Montolivo e il popolo viola c'era già stato anche in altre occasioni, specialmente quando si chiedeva al giocatore più dinamismo e partecipazione alle sorti della squadra che lo vedeva titolare fisso ormai da molto tempo e successivamente anche capitano.
Il pubblico viola aspettava ormai da anni la completa maturazione e il definitivo salto di qualità del giocatore, definito da molti esperti come un' eterna promessa, ma questi due fattori, oltre a tardare a venire fuori, non sbocciarono mai del tutto e pertanto, alla luce di qualche piccola polemica e qualche brusio proveniente dagli spalti, nel Novembre del 2008, dopo una doppietta ai danni dell'Udinese, Montolivo si mise il dito al naso per zittire i tifosi.
Lo strappo con il popolo viola, che non si sarebbe mai più ricucito del tutto, iniziò da lì. I quattro anni a seguire Montolivo li visse come da sua consuetudine e quindi in modo un po' discontinuo, poi l'addio, non tra poche polemiche, e anche diverse promesse non mantenute, come quella in cui lui, prima di andarsene, avrebbe spiegato tutti i motivi dell'addio. Infatti le uniche cose che abbiamo sentito uscire dalla bocca di Montolivo sono state queste e non come mai se n'è annadato: 1) "Me né vado perchè il Milan è una squadra vincente" 2) "Ma vi sembra logico e giusto che Nocerino giochi la Champions mentre io invece devo stare a guardare?" 3) "Non vedevo l'ora di indossare questa maglia per togliermi le soddisfazioni". 4) "Sono venuto a Milano finalmente per vincere in Italia e in Europa" 5) "Ringrazio la Fiorentina per avermi fatto crescere". Non un accenno a quello che aveva promesso, ossia la verità.
Ora che Montolivo, fresco trentenne, è al Milan da due stagioni e mezzo, vediamo quello che ha combinato fino ad ora, quanto ormai è giunto a soli 18 mesi dalla scadenza del suo ricco contratto da 3,5 milioni netti all'anno e che dubitiamo fortemente gli sia rinnovato....
L'avventura di Montolivo al Milan ci dice che ad oggi il numero 18 ha registrato 69 presenze, 7 reti segnate e un lungo infortunio che gli ha impedito di giocare il Mundial brasiliano del 2014.
In mezzo "tanti" trofei; ZERO, ossia tali e quali a quelli della "povera" Fiorentina, ma con l'aggravante che la società viola in questi anni ha quantomeno espresso un grande gioco e che punti alla mano ha fatto decisamente meglio del Milan, che nel primo anno di Montolivo (2012-2013) è arrivato 3° ai danni proprio dei viola ma con aiuti vergognosi, e solo 8° e miseramente fuori dalle coppe l'anno dopo. Quest'anno la situazione sembra non cambiare con il Milan e Montolivo (capitano) decisamente balbettanti.
E in tutto questo mondo da favola fatto di successi, gloria e tutte le grandi cose che Montolivo sognava, che ruolo ha il popolo rossonero? Beh, indiscutibilmente la tifoseria rossonera non è e non può essere ovviamente contenta. Alla luce degli ultimi anni, del palese disimpegno della famiglia Berlusconi, dalle casse del Club, vuote in primis perchè non ricapitalizzate dalla proprietà, ma anche a causa dell' incapacità degli uomini mercato a strisce, la tifoseria rossonera sta esprimendo il proprio malcontento lasciando ampi spazi vuoti sulle tribune e, com'è successo ieri dopo la debacle in Coppa Italia, fischiando sonoramente la squadra.
Ma nella bolgia delle salve di fischi come quelli di ieri in Milan-Lazio (prima, durante e dopo la partita) chi è l'uomo a cui pi pubblico rossonero ha dedicato maggiore attenzione? Si, proprio lui, Riccardo Montolivo, capitano, passatina nei capelli e numero 18 sulle spalle.
Anche il pubblico rossonero non perdona a Montolivo il suo modo di calcare il campo, la sua discontinuita, il non regalare mai un sussulto, un'emozione.
E dire che i mezzi Montolivo li ha ma, per pigrizia o qualche limite mentale e non, i colpi di genio e di classe sono restati nel cassetto e questo, giunto ormai a 30 anni pesa eccome. Ad oggi, ancora talento inespresso ed eterna promessa, Montolivo non solo ha visto i suoi sogni infrangersi grazie ad una società, il Milan, che oltre ai soldi non gli ha dato altro, ma più che altro è stato bocciato dal pubblico milanista, che per inciso ha un forte peso in società grazie a certe presunte infiltrazioni malavitose. Del ragazzo partito da Firenze tra le polemiche, ma anche con un minimo di qualità, non né abbiamo più traccia e nemmeno né sentiamo la mancanza. Oggi 28 Gennaio 2015 se c'è uno sconfitto morale è lui che, portafogli pieno a parte, per il resto è molto poco.
A mettere il cappello sulla situazione del Milan (e di Montolivo) ci ha pensato l'AD di lungo corso Adriano Galliani che, con eloquenti dichiarazioni alla stampa, ha precisato quanto segue: "Il Milan andrà ancora avanti con Inzaghi. Al momento è categoricamente escluso un cambio di allenatore in quanto le casse della società non lo permettono e se in futuro si dovesse presentare tale necessità, ci affideremo a soluzioni interne (Tassotti). Il Milan a questo punto della stagione cercherà di ritrovare la serenità per ripartire l'anno prossimo, quest'anno, visto la situazione puntiamo a un campionato da metà classifica."
In parole povere Inzaghi è stato già licenziato, le spietate parole di Galliani dicono questo. Per Superpippo adesso è dura; sarà infatti molto difficile tirarsi dietro la squadra e lavorare. E pensare che pochi mesi fa la stampa e i media lo definivano come un grande predestinato, come l'allenatore del futuro, ora che è appeso ad un filo è stato abbandonato da tutti. Seedorf aveva ragione!