BRASIL 2014: GERMANIA E ARGENTINA IN FINALE, DRAMMA BRASILE!
FINITE LE SEMIFINALI. GERMANIA E ARGENTINA VOLANO AL MARACANA' DI RIO DE JANEIRO PER DARE VITA A QUEL CHE ORMAI STA DIVENTANDO UN CLASSICO DEL MUNDIAL. DOPO IL 1986 E IL 1990, LE DUE NAZIONALI SI TROVERANNO IN FINALE PER LA TERZA VOLTA. ALLA FINALE DI CONSOLAZIONE VANNO GLI EVANESCENTI PADRONI DI CASA, RIDICOLIZZATI PER 7-1 DAI TEDESCHI E L'OLANDA DI VAN GAAL, CHE STAVOLTA CADE AI RIGORI. L'EPILOGO DI QUESTO GRANDE MONDIALE DOMENICA 13 LUGLIO ALLE ORE 21,00.
ECCO LA FINALE!
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GERMANIA | VS | ARGENTINA | ||
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FIFA WORLD CUP 1954 - 1974 - 1990 |
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FIFA WORLD CUP 1978 - 1986 |
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UEFA EUROPEAN CUP 1972 - 1980 -1996 |
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COPA AMERICA 1921 - 1925 - 1927 - 1929 - 1937 1941 - 1945 - 1946 - 1947 - 1955 1957 - 1959 - 1991 - 1993 |
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CONFEDERATION CUP 1992 |
DI CERTO NON SI TRATTA DI UNA FINALE MONDIALE INEDITA, VISTO CHE QUELLA DI DOMENICA SARA' BEN LA TERZA VOLTA CHE GERMANIA E ARGENTINA SI FRONTEGGERANNO PER CERCARE DI ALZARE AL CIELO IL TROFEO DELLA MASSIMA COMPETIZIONE CALCISTICA. PER ORA BILANCIO DI ASSOLUTA PARITA', ALLA FINALE VINTA DALL'ARGENTINA NEL 1986 RISPOSE LA GERMANIA NEL 1990. GERMANIA PER L'ENNESIMA VOLTA IN FINALE, MENTRE GLI ARGENTINI MANCANO DAL 1986. IN ATTESA DELL'EPILOGO DI QUESTO GRANDE MONDIALE, DIAMO UN'OCCHIATA A QUESTE DUE NAZIONALI. INCROCIANDO DUE DATI CERCHEREMO DI CONOSCERE MEGLIO LE ULTIME DUE SQUADRE RIMASTE IN LIZZA DOPO UN MESE DI FUOCO.
Eccoci all'acqua! Il Mondiale è arrivato alla sua fase cruciale, siamo in fondo e la finale è ormai alle porte.
Domenica sera Germania e Argentina daranno vita all'ennesima finale che le vedrà protagoniste come già era accaduto in Messico nel 1986 e in Italia nel 1990. Nel 1986 la Germania, già sconfitta in finale dall'Italia nel Mundial Espana 1982, cadde ancora sul più bello, stavolta per mano dell'Argentina di Maradona. Quel giorno la selezione Albiceleste si impose per 3-2 grazie alle reti di Brown al 23’, Valdano al 55’ e Burruchaga all' 83’. Per i tedeschi invece andarono a segno Rummenigge al 74' e Völler all'80'. La Germania però non molla mai e quindi ebbe modo di rifarsi nel 1990 quando, alla sua terza finale consecutiva, riuscì finalmente ad alzare la sua terza coppa del mondo. Nella finale di Roma i tedeschi si presero la rivincita battendo l'Argentina per 1-0 soltanto grazie ad un calcio di rigore trasformato da Brehme all'84'. Ma in occasione di quella notte italiana non fu solo la Germania a prendersi la rivincita sull'Argentina, perchè ci fu chi sorrise doppio. Stiamo parlando dell'allora CT Franz "Kaiser" Beckenbauer che, battuto da Carlos Bilardo nella finale del 1986, rese il piacere proprio all'allenatore che lo aveva battuto quattro anni prima.
Argentina-Germania è peraltro la partita più giocata dei mondiale: sette volte, come Brasile-Svezia e Germania-Jugoslavia (oggi Serbia). Se però calcoliamo anche Germania Est-Argentina del 1974, quella tra tedeschi e argentini sarebbe la sfida più disputata in assoluto della storia dei mondiali.
La cabala sorride ai tedeschi: la Germania ha vinto nella sfida del 1958 (3-1), nel 2006 (4-2 dopo i calci di rigore) e nel 2010 (4-0), oltre che nella già citata finale del 1990. Nel 1966 c’è stato un pareggio per 0-0. L’unica vittoria dei sudamericani risale appunto alla finale del 1986.
Rispetto al medagliere generale, una vittoria di Klose e compagni porterebbe i tedeschi a quattro titoli totali, al pari dell’Italia e alle spalle del Brasile pentacampeao. Se invece vincesse la squadra di Messi, gli argentini metterebbero in bacheca il loro terzo mondiale, raggiungendo appunto la Germania.
Ma adesso, detto dei precedenti storici tra le due squadre, andiamo a vedere nei dettagli la storia di queste due grandi federazioni calcistiche.
La Germania, al di là del medagliere che ad oggi la vede dietro a Brasile e Italia, è la squadra nazionale con più tradizione della storia dei mondiali di calcio.
Infatti quella tedesca è la federazione che per più volte è arrivata a giocare una finale di Coppa del Mondo.
Delle 20 edizioni di Coppa del Mondo (ivi compresa la Rimet), la Germania nè ha saltate soltanto due: la prima edizione nel 1930 perchè non partecipante, e quella del 1950 in quanto squalificata, in compagnia del Giappone, perchè ritenute dalla Fifa le uniche due nazioni con maggiori responsabilità delle cause che portarono alla seconda guerra mondiale.
La Germania vanta all'attivo ben 7 finali di coppa del mondo, 8 con quella di questi mondiali, una media pazzesca, oltre il 30%!
Tuttavia, nonostante le 7 finali disputate, la Germania ha alzato al cielo la coppa del mondo soltanto 3 volte e più precisamente: in Svizzera nel 1954, battendo in finale l'ungheria, in Germania nel 1974, battendo l'Olanda e in Italia, quando nel 1990 sconfisse proprio l'Argentina.
Le 4 sconfitte che hanno portato ai tedeschi altrettanti secondi posti, invece sono maturate in Inghilterra nel 1966, contro i padroni di casa, in Spagna nel 1982 contro l'Italia, in Messico nel 1986 contro l'Argentina e nel 2002, nell'edizione congiunta tra Corea del Sud e Giappone, contro il Brasile.
Completano il palmares mondiale della Germania anche 4 terzi posti (1934, 1970, 2006 e 2010) e un quarto posto (1958), tutti dati, che riassunti in soldoni, possiamo definire pazzeschi perchè significa che la Germania per ben 13 volte su 20, compresa questa, è arrivata tra le prime 4!
Ma la Germania vanta anche una grande bacheca a livello europeo, questo grazie ai 3 titoli di campione d'Europa e a tre secondi posti.
L'unica competizione in cui la Germania non ha dato prettamente il meglio di se è la Confederations Cup dove su 9 edizioni ha partecipato soltanto a due ottenendo un terzo posto e un eliminazione al primo turno. Nelle restanti 7 edizioni di Confederations la Germania non si è qualificata alla manifestazione per 3 volte, vi ha rinunciato in due occasioni, e non è stata invitata in una.
Andando a vedere le prestazioni dei singoli, abbiamo notato che il giocatore tedesco che ha timbrato più volte il cartellino in nazionale è Lothar Matthäus.
L'ex stella di Borussia Mönchengladbach, Bayern Monaco e Inter, in 20 anni di militanza in nazionale tedesca, tra il 1980 e il 2000, ha collezionato ben 150 presenze segnando 23 reti. Tuttavia il suo record di presenze in nazionale tedesca potrebbe essere insidiato da alcuni giocatori ancora in attività come Miroslav Klose che di fatto è a 136 presenze ma è anche vero che ha anche 36 anni, seguito dal decisamente più giovane Lukas Podolski con 116 gettoni, Philipp Lahm con 111 e Bastian Schweinsteiger, più defilato con 106.
Il bomber tedesco per eccellenza è ancora in pista: Miroslav Klose. Il centravanti polacco naturalizzato tedesco, dal 2001 ad oggi, ha bucato le reti avversarie per ben 71 volte su 136 vantando la media goal di 0,52. Klose, oltre ad aver messo dietro di se un mostro sacro come il grande Gerd Müller, è il giocatore che vanta più reti nella storia della coppa del mondo. Klose ha superato Ronaldo proprio in questa edizione, della serie: brasiliani becchi e bastonati! Una curiosità: dicevamo prima che Klose si è messo alle spalle Gerd Müller nella speciale classifica dei bomber tedeschi di tutti i tempi, verissimo, carta canta, ma c'è un però. Infatti, al di là del record di Klose, bisogna prendere atto che Müller ha fatto la bellezza di 68 reti in sole 62 partite, media goal 1,1; pazzesco!
Una curiosità: la Germania è la prima nazione ad essersi aggiudicata il trofeo nel formato così come lo è oggi.
Infatti dal 1930 al 1970 i campionati mondiali erano detti anche Coppa Rimet, in onore dello storico ex presidente della Fifa che ebbe l'idea di fare un campionato mondiale tra nazioni. Il trofeo Rimet doveva essere obligatoriamente passato dalla federazione campione uscente a quella vincente e così via fino al momento in cui non fosse statto vinto per tre volte dalla stessa federazione, cosa che avvenne nel 1970 per mano del Brasile che sconfisse l'Italia anche'essa all'epoca detentrice di deu titoli mondiali.
La coppa Rimet ha anche una storia molto trevagliata tanto che è stata rubeta per ben due volte.
Infatti in occasione degli imminenti mondiali del nel 1966, il 20 Marzo dello stesso anno la coppa venne rubata da un museo in cui era stata esposta.
L'autore del furto fu Edward Bletchley, un portuale quarantasettenne disoccupato, che fu arrestato al culmine di una trattativa con l'allora Presidente della Football Association Mr. Mears, a cui il ladro chiese 15.000 Sterline di riscatto. Mears fece finta di accettare le indicazioni del ladro ma si accordò anche con la polizia che a sua volta organizzò un'imboscata al momnento dello scambio tra Bletchley e Mears.
Bletchley negò ogni addebito dicendo di essere soltanto un esecutore pagato 500 sterline per impossessarsi della coppa che poi fu ritrovata, avvolta in un giornale, da un cagnolino che si era recato a fare i bisogni in una siepe di un giardino di periferia nel sud di Londra.
Il secondo furto invece avvenne nel 1983 e di fatto sancì la distruzione totale della coppa sollevata per ben due volte (1934 e 1938) dall'ex CT della nazionale italiana Pozzo e dai suoi campioni.
La coppa fu trafugata dall'interno della federazione brasiliana da un terzetto di malviventi composto da Sergio Pereira Ayres detto Peralta, José Luis Rivera, detto Luiz Bigode, un decoratore detto Baffuto, e Francisco José Rocha, detto Chico Barbudo, ex detective e al tempo attivo nel mercato dell'oro,
La prima e inimitabile coppa Rimet, fu fusa in lingotti dai tre rapinatori che per loperazione di avvalsero della collaborazione di osé Carlos Hernandez, commerciante di origine argentina in affari con Barbudo. Con l'attrezzatura di quest'ultimo potevano però fondere al massimo 250 grammi alla volta; la parte aurea del trofeo, che pesava 1800 grammi, fu dunque sezionata e fusa un pezzo alla volta in un arco di tempo di 7 ore. La vendita dell'oro fruttò ai malviventi 15.500 dollari. Il progetto di Peralta fu poi svelato da Antonio Setta, brasiliano contattato da Peralta come primo complice che però si rifiutò di collaborare. Da qui gli investigatori scoprirono in poco tempo tutti i complici. La Confederazione commissionò una replica fatta da Eastman Kodak, usando 1800 grammi d'oro. Questa replica venne presentata al presidente brasiliano João Baptista de Oliveira Figueiredo nel 1984.
Detto della Germania, che oserei definire un Panzer, passiamo a vedere che cosa hanno da dirci i dati sulla sua rivale, quindi mettiamo l'Argentina sotto la lente di ingrandimento.
A differenza dei tedeschi, l'Argentina ha saltato diverse partecipazioni in coppa del mondo, più precisamente 4 su 20.
La federazione Argentina (A.F.A) si rifiutò di partecipare ai campionati mondiali di Italia 1938, Brasile 1950 e Svizzera 1954 a causa di un lungo auto-isolamento che la volle partecipe di insanabili incomprensioni con i dirigenti delle tre squadre ospitanti. L'isolamento dell'Albiceleste dalla competizione mondiale finalemte terminò in Svezia nel 1958 e da allora, salvo Mexico 1970, ma perchè non qualificata, l'Argentina è sempre stata presente al mondiale.
Tra i cenni storici più significativi, all'Argentina va riconosciuto il merito di essere stata la prima finalista della storia della coppa del mondo di calcio, accadde nel 1930 insieme all'Uruguay poi divenuto campione di quella manifestazione.
Tuttavia dal 1930 al 1974, anche a causa del famoso auto-isolamento, le prestazioni dell'Albiceleste in quel del mondiale, furono sostanzialmente senza acuti. Infatti, in quel lasso di tempo, come risultato migliore, l'Argentina ottenne soltanto i quarti di finale in Inghilterra nel 1966, poi solo cocenti delusioni con svariate eliminazioni al primo turno.
Ma nel 1978 l'Albiceleste, fino ad all'epoca una nazionale talentuosa ma poco significativa alle sorti dei mondiali che si erano fin lì disputati, torna prepotentemente alla ribalta delle cronache sportive ma non solo, purtroppo.
L'Argentina al momento vanta due titoli mondiali (1978-1986) ma il suo palmares non si limita a questo perchè l'Albiceleste ha una grandissima tradizione in Copa America, l'equivalente del nostro campionato di Europa. Con 14 titoli tra il 1921 e il 1993, gli argentini sono secondi soltanto all'Uruguay che di trofei continentali nè ha vinti 15. Staccato, e di parecchio, al terzo posto c'è il Brasile a quota 8, poi il vuoto.
L'Albiceleste vanta all'attivo anche una Confederations Cup, per giunta la prima edizione del 1992 vinta per 3-1 contro il non irresistibile paese ospitante Arabia Saudita.
Capitolo presenze: dando un'occhiata agli score della nazionale Argentina abbiamo notato che il giocatore argentina che vanta più presenze con la maglia della mitica Albiceleste è Javier Zanetti. Con 145 presenze e 5 reti dal 1994 al 2011, l'ex calciatore e capitano dell'Inter si è messo dietro Roberto Ayala con 115 e il "Cholo" Simeone con 106. Più defilati gli altri mostri sacri e campionissimi, quali Maradona soltanto 7° con 91 presenze e 34 goal e l'ex bomber della Fiorentina Gabriel Omara Batistuta con 78 gettoni e ben 56 goal. Dei giocatori ancora in attività, tra i primi 10 troviamo il trentenne centrocampista e difensore del Barcellona Javier Mascherano, per lui 104 presenze e l'attuale miglior giocatore del mondo Lionel Messi che di anni invece ne ha 27 e che per adesso ha totalizzato 92 presenze. Probabile che Messi, ipotizzando uno scenario di altri 6 o 7 anni di carriera in nazionale, possa anche insidiare il primato di Zanetti.
Capitolo Bomber: al momento il Re assoluto, nonchè il più grande bomber della storia dell'Albiceleste, è il "Re leone" Gabriel Omar Batistuta.
L' ex campione della Fiorentina è il leader della speciale classifica con 56 reti segnate in sole 78 presenze dal 1991 al 2002.
Chi lo segue è però Messi che con 42 reti all'attivo ha tempo a sufficienza davanti a se per superare tranquillamente Batistuta. Quindi per il Re leone si tratta di un primato destinato a cadere molto presto, del resto 15 reti per un campione come Messi non sono niente a bocce ferme, figuriamoci in altri 6 o 7 anni di carriera in nazionale.
L'occasione del Mundial 78 fu ghiottissima: l'Argentina dopo tanti anni si presentò ai nastri di partenza con una squadra finalmente forte e completa in ogni reparto e un tecnico istrionico ma innovativo come Luis Cesar Menotti. Ma la differenza la fece soprattutto il fatto che quei mondiali si giocarono in Argentina, un fattore che alla fine della fiera si rivelerà determinante.
In quei tempi l'Argentina, come del resto quasi tutti i paesi dell'America latina, stava vivendo il tristemente noto "processo di riorganizzazione nazionale", meglio conosciuto come "guerra sucia" (guerra sporca). L'Argentina vi si trovò coinvolta a partire dal 1976 al 1983. Dopo la morte di Peron, avvenuta nel Luglio del 1974, il paese visse una pericolosa situazione di instabilità in cui Isabel Martínez de Perón, la terza moglie del defunto ex Presidente, nominò Segretario di Stato Maggiore l'anticomunista José López Rega, un politico conservatore molto inviso alla sinistra.
Parallelamente all'insediamento di Rega, grazie al movimento clandestino Montoneros, nel paese iniziarono immediatamente numerose azioni di guerriglia contro il governo che portarono l'Argentina sulla soglia della guerra civile.
La risposta di Rega, e del suo movimento conservatore Alianza Anticomunista Argentina (AAA), non tardò a farsi sentire e pertanto in tutto il paese si instaurò un clima di terrore assoluto e di repressione che nel 1975 sfociò nello stato d'assedio in cui lo stesso Rega rassegnò le dimissioni.
Isabel Martínez de Perón, grazie al clima di instabilità e di pericolo in cui regnava il paese, grazie ad un colpo di stato fu indotta ad affidare il ministero degli interni ai militari con il Generale Jorge Rafael Videla Redondo a capo dello Stato Maggiore: per l'Argentina fu l'inizio del periodo più nero della sua storia.
Dalla notte del 24 Marzo 1976, meglio nota come la notte dell'Argentina, il paese finì sotto il regime di Videla e dei suoi seguiaci che, passandosi il potere di mano in mano, soggiogarono il paese fino al 1983.
Quella mattina l'Argentina si svegliò quasi consapevole di quello che era successo durante la notte, ossia il golpe.
Videla salì al potere senza mettere in strada un carrarmato, senza mandare i suoi uomini a occupare strade o distretti comunali: non fu sparato neanche un colpo. Il leader fascista si era infatti preparato il campo tempo prima e quando decise di dare l'ultima spallata alla porta principale del paese, lo fece quando quest'ultimo era già stato "obbedito", quando alla gente non necessitava neanche comandare perchè tutti erano già stati abbondantemente persuasi con il terrore.
Quel Mundial, quello del 1978 sarà ricordato per sempre quello del regime e del terrore silenzioso di Videla. Le repressioni a cui era stata sottoposta l'Argentina erano evidenti a tutti ma nessuno delle grandi si tirò indietro dal Mundial 78, eccetto l'Uruguay perchè sconfitto a sorpresa dalla Bolivia nelle qualificazioni pre-mondiale.
Il regime cercò di far vedere al mondo che l'Argentina era un paese votato al futuro, nuovi aeroporti, nuove strade, nuovi stadi e perfino, udite, udite, un popolo entusiasta. Il regime non si preoccupò neanche se da tutte quelle spese, ben 800 milioni di Dollari, fosse mai rientrato, a Videla tutto sommato bastava soltanto la facciata da mostrare al mondo, nonostante il fatto evidente a tutti: le limitazioni del regime argentino.
Per monitorare meglio il flusso dei turisti tifosi, ma anche di eventuali sovversivi, Videla proibì tassativasmente tutti i voli charter provenienti dall'estero, visto che Il regime, dal canto, aveva scrupolosamente pianificato che in occasione di quel mondiale nel paese non sarebbe dovuta entrare una persona in più delle 17.000 previste. Il fatto suscitò clamore e notevoli proteste da parte dei governi di mezzo mondo, ma il regime fu inamovibile perchè aveva calcolato tutto: ai 17.000 tifosi stranieri sarebbero stai messi alle calcagna 50.000 "addetti ai lavori". Alla fine, grazie ai suoi 9 milioni di immigrati in Argentina, l'unica nazione con una nutrita schiera di tifosi al seguito fu l'Italia che di fatto giocò praticamente come se fosse sempre in casa.
L'unica timida apertura concessa dal regime alla stampa e ai media, fu durante il discorso inaugurale deI Mundial 78 che il dittatore Videla tenne davanti al mondo. In quell'occasione qualcuno approfittò dell'azzeramento temporaneo della censura e, grazie ai minori controlli, riusci a far apparire sul tabellone elrttronico dello stadio di Cordoba un bel carrarmato. Il messaggio fu inequivocabile, di una realtà allucinante, ma quel carrarmato lo videro soltanto i presenti allo stadio perchè poi nessuno nè avrebbe più parlato, tantomeno i giornali e TV nelle ore successive.
L'Argentina vinse il suo primo Mundial tra l'esaltazione sportiva di massa, dovuta alle prestazioni della squadra e le terribili azioni del regime. Infatti gli uomini di Videla, approfittando del popolo sempre più assalito dalla febbre da mondiale, intensificarono le deportazioni dei cosidetti dissidenti e le torture dedicate a quest'ultimi. Se le stanze degli scantinati e dei palazzi adibiti a sale interrogatorio potessero parlare, ci racconterebbero di grida di dolore e di sfinimento di una intera generazione che alla fine del regime risulterà praticamente cancellata dalla faccia della terra. Uno scenario agghiacciante: durante quelle notti argentine ai goal di Marito Kempes, alla fine capocannoniere del Mundial con 6 reti, facevano eco le grida di giovani uomini e giovani donne, di molti padri di famiglia e di tanti altri studiosi e intellettuali che vennero rapiti, torturati e uccisi, in una sola parola desaparecidos!
Di 40.000 di loro non si seppe più niente in quanto non furono trovati registri o carteggi che nè certificassero l'arresto e la detenzione; per le loro famiglie soltanto un indecente stato di "scomparsa e morte presunta". Tuttavia ai 40.000 poveri desaparecidos ci sono da aggiungere anche altri 15.000 argentini barbaramente rapiti, torturati e fucilati alla luce del sole, senza alcun velo, un bilancio incredibile e vergognoso.
Videla, accusato di Crimini contro l'umanità e genocidio, nel 1983 fu processato e condannato all'ergastolo, pena che il poco trasparente Presidente Carlos Saúl Menem, sotto pressione dei vertici militari, cancellò con un indulto ad hoc nel 1990. Ma nel 2007 la corte penale federale giudicò incostituzionale la grazia concessa da Menem e quindi per Videla si riaprirono meritatamente le porte del carcere dove morirà improvvisamente il 17 Maggio 2013.
L'anziano dittatore non ah ami mostrato alcun pentimento e pur ammettendo la sua diretta responsabilità su almeno 8000 omicidi, ebbe a dire che quel fatto non gli impediva di dormire benissimo. Insieme a Videla furono condannati e arrestati anche Massera, Bignone e Acosta, tutti barbari assassini appartenenti a quel regime.
Dopo questa dovuta parentesi su uno dei mondiali più controversi della storia del calcio, diamo onore all'Argentina per il suo secondo titolo mondiale.
I mondiali 1986 si giocarono ancora in Messico, appena 16 dopo l'altra edizione del 1970, e furono decisamente quelli di Diego Armando Maradona.
Il prodigioso talento nato a Lanus nel 1960, avrebbe dovuto indossare la maglia albiceleste e calcare i campi anche durante i vittoriosi mondiali del 1978 ma l'allora CT Menotti, messo sotto pressione dal regime di Videla, pur stimando notevolmente il diciottenne Maradona non se la sentì di convocarlo preferendogli gente di esperienza come Kempes, Luque e Daniel Bertoni.
Dopo i suoi primi mondiali, quelli del 1982, in cui Argentina e Brasile vennero eliminate dalla sorprendente Italia di Bearzot, Maradona si presentò in Messico da supercampione conclamato. El Pibe de oro era già considerato come uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi e tutto il mondo aveva occhi solo per lui. Il campione argentino non mancò l'appuntamento e grazie a spettacolari prestazioni e a giocate da mille e una notte trascinò l'Argentina sulla vetta del mondo. Tuttavia il vittorioso Mondiale messicano di Maradone e dell'Argentina verrà ricordato per sempre grazie a due episodi che ovviamente riconducono al Pibe de oro; il primo quello della mano de Dios e il secondo quello che è stato definito come il goal più bello di sempre. I due episodi accaddero nella stessa partita, il quarto di finale contro l'Inghilterra.