BUON 2015 A TUTTI!
Buon anno a tutti quanti!
Con la consegna agli annali del 2014, la speranza collettiva, o per meglio dire il desiderio che molti cittadini hanno espresso al tintinnar di calici alla mezzanotte di ieri, è che il 2015 regali un po' più di serenità rispetto al 2014, ma anche un minimo di equilibrio economico che ormai manca da almeno 4/5 anni.
Notate bene gente, nessuna pretesa o surreali sogni che nel 2015 la macchina Italia riparta in quarta e che quindi tutto possa tornare come ai primi del nuovo secolo, perchè questo è semplicemente impossibile, la maggior parte della gente chiede solo un minimo di equilibrio e che i nostri politici si decidano una volta per tutte a fare un paio di cose per il popolo; stop!
Nel mio piccolo posso serenamente dire che, a causa della mia professione ma non solo, ho avuto la possibilità e il piacere di conoscere centinaia di persone di ogni estrazione culturale ed economica, insomma un bello spaccato della nostra società che di tanto in tanto, quando è tempo di bilanci, "sfrutto" per incrociare due dati e capire meglio che cosa sta accadendo.
E oggi, capodanno, per l'appunto è tempo di fare bilanci, di riflettere sull'anno ormai trascorso, insomma oggi è il giorno giusto per capire dove ho sbagliato o meno, ma soprattutto perchè.
In occasione di questa lunga maratona festiva, ormai giunta quasi al termine, ho girato a destra e manca, ho incontrato amici e conoscenti, ho parlato con i negozianti, ho captato, anzi divorato, gli umori della gente fino all'ultimo aperitivo prima del classico cenone e alla fine il mio personalissimo metro sociale ha parlato forte e chiaro.
Il sentimento comune che ha finito per mettere un po' tutti d'accordo è che il 2014 è stato il peggior anno di sempre, l'anno in cui molte persone hanno dovuto veramente raschiare il barile grazie a questa crisi.
Nell'anno appena trascorso, in molte famiglie che conosco, almeno uno dei due adulti ha perso il lavoro o sta facendo i conti con mobilità o casse integrazioni varie, insomma la situazione è allarmante. Si ragiona di un esercito di persone, per lo più tra i 40 e i 50 anni, che sono alla disperata ricerca di una nuova occupazione, insomma, un impresa quasi impossibile, specialmente se vista con gli occhi di chi è ritenuto già "vecchio" o considerato come un individuo che rischia di costare troppo.
Io non sono in grado di dire se questa decantata missione Job Act sia la panacea di tutti i mali come dicono il Premier Renzi e tutti coloro che l' hanno voluta, purtroppo non ho le capacità per capire se questa operazione sia atta o meno a combattere la piaga della disoccupazione; a pelle direi di no!
Ignoramtemente considero la legge Job Act come una violazione dei diritti dei lavoratori, un colpo di spugna su anni e anni di dure lotte sociali fatte dai nostri predecessori, ma io sono io e non conto nulla e quindi altro non mi resta da fare che accodarmi alla folta schiera dei dubbiosi-speranzosi che almeno una volta nella vita i politici ci abbiano detto la verità, in buona sostanza in molti cittadini attendiamo un miracolo.
Ma il mio "socialometro" tutte queste cose le spiega male perchè in fondo la gente è molto più semplice di quanto si creda e salvo pochi casi, nessuno ha le idee chiare su questi argomenti, anche perchè la gente giorno dopo giorno è indaffarata a tenere la barca pari e per certe cose non ha né il tempo e a volte nemmeno la voglia.
Quindi è l'aspetto materiale, la carta che canta, quello con cui quotidianamente fa i conti ciò che la gente capisce meglio, e allora ecco che i dati ci racccontano di un profondo disagio che in alcuni casi la gente prova anche imbarazzo a raccontare, quasi fosse una colpa loro di cui vergognarsi.
Il ceto medio non esiste più, è stato dissanguato dai vari governi. Coloro che hanno sempre pagato per tutti sono scesi loro magrado di uno o più gradini e adesso non hanno più la possibilità di far girare l'economia; da li il danno. Del resto il povero se non ne ha che cosa deve pagare? E il ricco che fa? Il ricco in Italia ha sempre cercato di pagare meno del dovuto e allora, visto che i conti devono tornare, per anni e anni i governanti hanno messo le mani sempre nelle tasche dei soliti...Avete voglia a dire, l'ex ceto medio, spolpato come un limone e poi tirato nell'immondizia, alla fine non ce lha fatta più ed è crollato miseramente e con lui tutto il sistema.
Captando gli umori della gente ho capito che non c'è veramente più un soldo per far ballare un cieco e quei pochi che ancora ne hanno un pochini hanno una paura del diavolo a spenderli.
L'incertezza del domani ha definitivamente bloccato anche chi potrebbe far girare qualche euro e con questa situazione durante le feste non solo i negozi non hanno concluso buoni affari, ma anche il settore del food ha subito un forte calo.
Di gente in giro ne ho vista parecchia ma badate bene, solo ed esclusivamente nei grossi centri commerciali, fuori da essi tristezza assoluta.
Chi ha lavorato un po' di più sono state quelle catene di abbigliamento che vendono roba a bassisimo prezzo, ma anche di poca qualità, in parole povere, in tempi di magra, la gente ha optato per il sempiterno "finché dura fa verdura" a dispetto della qualità che oggi giorno, a torto o a ragione, ha dei costi impossibili per le tasche della stragrande maggioranza del popolo.
Ma come dicevo prima anche il "mangiare" ha visto un radicale mutamento delle abitudini degli italiani, e dico gli italiani, un popolo che vede la buona tavola come fosse un rito.
La gente ha mangiato tanto lo stesso, per caità, ma secondo ciò che ho raccolto lo ha fatto cambiando qualche uso e costume ad appannagio di una maggiore sobrietà e il risparmio assoluto.
E allora ecco che il giorno di Natale i ristoranti sono stati luoghi per pochi eletti; c'è stata una carenza di giro in cui sono stati molti gli esercizi, che in assenza di prenotazioni, per Natale hanno chiuso o che, nella migliore delle ipotesi, non hanno organizzato il pranzo con uno specifico menù come si usava fare fino a qualche tempo fa.
Le incertezze di inizio feste, ossia quelle che la gente aveva sul da farsi in occasione di Natale e San Silvestro, hanno lasciato molto presto spazio al tutti a casa! Infatti se il Natale per molti locali è stato blando, anche San Silvestro è stato avarissimo di soddisfazioni, della serie poca gente in giro.
Anche nel caso di ieri sera moltissima gente, anche quella di fascia più giovane, ha optato per il cenone casalingo tra amici e parenti, insomma per una festa in cui alla fine è stato speso il giusto.
Per queste feste la gente ha affollato le case e anche i più insospettabili si sono armati di grembio, mestoli, romaioli e pentole.
Di sicuro queste feste sono state vissute con intensità e calore umano, e questo è un bene, ma gli esercenti, che in questo periodo vedevano impennare i loro fatturati, non hanno lavorato; non oso pensare che cosa faranno quando ci sarà da pagare l'erario ma non solo.
Confcommercio imprese per l'Italia, giusto il 29 Dicembre mi parlava che ad anno nuovo ci saranno chiusure eccellenti in tutto il territorio della Toscana.
A questo punto uno più uno fa due e allora è fin troppo facile ipotizzare che queste feste al risparmio forzato finiranno per dare il colpo di grazia a molti negozi e/o locali. La speranza? Un miracolo! In compenso coloro che non prenderanno il colpo di grazia sono i politici italiani, a loro va e andrà sempre bene tutto, crisi o non crisi. Ma questo è un'altro discorso, probabilmente la colpa più grande degli italiani che da sempre hanno permesso, e stanno ancora permettendo, di fare i loro porci comodi a quei ciarlatani in giacca e cravatta, per lo più ladri, corrotti e privi di ogni forma culturale e di principi.
Ho terminato le mie amare considerazioni che ho raccolto tra la gente, sperando che il 2015 sia decisamente migliore dell'anno passato, vi auguro le migliori cose!