LA VIOLA DOMA IL MILAN: A INZAGHI RESTA SOLO IL SUO CAPPELLINO.
EMOZIONI FORTI NEL POSTICIPO SERALE AL FRANCHI. PARTE BENE IL MILAN CHE TROVA IL VANTAGGIO CON DESTRO. POI MONTELLA CAMBIA MODULO E GIOCATORI E LA VIOLA STRITOLA IL MILAN FINO A FARLO CAPITOLARE CON DUE TESTATE NEL FINALE. VIOLA ANCORA AGGANCIATI AL TRENO CHAMPIONS, MILAN ALLUCINANTE: E' NOTTE FONDA.
JOAQUIN MATA EL MILAN!
Un terrificante uno-due della Fiorentina manda all'inferno il diavolo. Grandissima prova di carattere dei viola che, a fronte delle tante assenze e con una formazione iniziale quantomeno strana, rimontano di giustezza il vantaggio rossonero. Parte meglio il Milan ma poi la squadra di Inzaghi lascia campo ai viola e dopo aver trovato un bello ma altrettanto casuale goal, si barrica nella propria area e subisce la rimonta viola. Montella rattoppa la curiosa formazione iniziale inserendo lo straordinario Joaquin e l'ottimo Badelj e alla fine impartisce una dura lezione di tattica e mestiere all'allucinato ex Superpippo. Adesso per il Milan, una squadra senza capo nè coda, scocca l'ora dell'anonimato totale com'è giusto che sia per chi da anni fa ben altro invece che calcio.
C'era una volta il Milan, c'era; punto e a capo!
Invece c'è e ci sarà la Fiorentina, una squadra di certo meno blasonata e ben più modesta di quella meneghina, senza contare che oltretutto è anche decisamente più povera, questo grazie anche e soprattutto al vergognoso regime in materia di spartizione dei diritti tv che vedono il Milan percepire praticamente il doppio della Fiorentina.
E' si, in Italia tra le tante ingiustizie e parzialità succede anche questo e quindi chi se né frega se una squadra come il Milan non fa più calcio ormai da anni e che per tutta risposta lesina, piange miseria e non ha uno straccio di programma, se non la spasmodica pratica dell'acquisto a parametro zero e poco altro.
In questi tempi di magra, in cui tutte le risorse, anche quelle più piccole, sono importanti, anzi direi vitali, per far quadrare i conti e presentarsi dignitosamente sia al cospetto della Serie A, ma anche dell'Europa, bisogna darsi da fare, inventarsi un progetto, credere in qualcosa, pianificare e non a parole per imbonire un'esercito di tifosi a cui sono restati soltanto i fasti del passato e niente più.
Ma per attivare un progetto a medio/lungo termine ci vogliono tante cose, prima di tutto le teste giuste, ma anche una proprietà sana, seria e determinata, tutte cose che attualmente il Milan non ha, tanto è una barca alla deriva.
Eppure, nonostante che quella squadra abbia 14 tifosi tra i più disperati che ci sia e che facciano trasferte solamente in Lombardia, grazie alla mafia e ai magheggi che ci sono nel calcio, incassa mediamente 80 milioni di Euro di diritti Tv all'anno e che, è bene dirlo, senza i quali per loro significherebbe chiudere bottega, visto i costi ridicoli che anno e che in Europa ultimamente ci sono andati solo con le spinte, per altro a fare figure grame, e che il suo Patron Silvio Berlusconi, affaccendato a difendersi dalla giustizia e a versare vitalizi alle donnine delle Olgettine, non mette più il lesso nelle mani di Galliani.
Era facile finchè si ricorreva al doping finanziario e finché nessuno veniva a controllare quanti scheletri ci fossero nell'armadio e quanto sudicio veniva nascosto sotto il tappeto...E' già, perché fino ache dalle parti di Milano hanno potuto spendere e spandere i risultati sono arrivati e bene, poi spetepen! Il nulla cosmico. E allora ecco che quando al Milan hanno dovuto ragionare con la testa e fare di necessità virtù, tutto il castello di carta è finito per crollare miseramente e quindi anche Galliani, che finché ce n'era era definito come il miglior dirigente calcistico dello stivale e non solo, di colpo è diventato un nanerottolo, un medioman qualunque, uno buono solo a mantenere a galla il baraccone Milan attraverso magheggi che con il calcio non dovrebbero avere nulla a che fare; in parole povere una nullità, inviso ai suoi tifosi che, parole loro, vorrebbero far fuori insieme alla famiglia Berlusconi e al "gobbo" Inzaghi.








