LE TIFOSERIE RIVALI
12.10.2014 11:11
In questa sessione daremo spazio alle inevitabili rivalità di cui ogni tifoseria è custode.
A noi interessano le nostre e quindi vi facciamo seguito delle squadre con cui condividiamo le rivalità più accese, talvolta fino all'odio, e anche un breve cenno sulle curve con cui non leghiamo moltissimo ma che tuttavia non raggiungono i livelli di massima tensione come con quelle di cui vi parleremo più diffusamente.
I RIVALI PER ECCELLENZA: LA "YOOWEE"
Se è vero che i nostri fratelli granata sono di Torino, è altrettanto vero che nella città della Mole alberga il nostro peggior nemico; non poteva essere altrimenti.
Loro, i gobbi, coloro che in questo sito non chiamiamo nemmeno per nome, da li la storpiatura Yoowee che a nostro giudizio basta e avanza.
I motivi della rivalità tra noi e loro è nota a tutta Italia: i favori a loro riservati con tanto di relativi torti subiti da chiunque avuto a che fare con quella razza.
A noi sono bastati il campionato targato 1981/82 e la Coppa Uefa del 1990, ma anche le minacce e i ricatti a cui fu sottoposto Roberto Baggio per costringerlo a lasciare Firenze per mettersi quella maglia, un fatto di cui per altro l'ex calciatore non ha fatto mai mistero. Ma i torti arbitrali e le furberie a cui la Yoowee ha abituato l'Italia hanno radici lontane, fin dagli anni 60, un periodo in cui il tifoso era certamente più pragmatico ma anche meno informato, visto i mezzi dell'epoca. Da prima le due tifoserie si ignoravano, ai tempi usava così, ma con il passare del tempo, e la crescita dei media, si fecero largo anche le prime tensioni, poi qualche botta e risposta tra le due società e qualche sonoro schiaffone fuori dallo stadio agevolarono il processo fino ad arrivare all'odio totale e alla reciproca mancanza di rispetto.
Ma il fatto va ricercato anche all'interno del campanile, un fenomeno decisamente radicato in Toscana come mai capita di vedere in altri luoghi dello stivale.
Firenze, da sempre capoluogo e punto di riferimento della regione, è indigesta, anche per colpa sua, in alcune zone della Toscana, in primis Pisa e Siena, e quindi le occasioni per avere di che ridire non sono mai mancate. Una di queste è il calcio.
Molte delle realtà toscane, salvo alcuni brevi periodi di gloria, non hanno mai avuto all'interno delle loro città una squadra capace di calcare i palcoscenici italiani ed europei e quindi, se volevano parlare o farsi le ragioni di pallone, erano costretti a farlo a pro o contro la Fiorentina, l'unica squadra regionale in grado di giocare contro i campioni di tutto il globo. Quindi, con la repentina crescita del fenomeno calcio, crebbe anche la sete per il medesimo e allora, in mancanza di Club di livello nei luoghi al di fuori di Firenze, furono decisamente in parecchi quelli della popolazione Toscana che divennero tifosi viola. Ma d'alto canto, vuoi per acredine e campanile verso Firenze, o più semplicemente per la voglia tifare per chi vince, furono in tanti anche coloro che si dettero alle strisciate, quelle della Yoowee in primis.
A quel punto ci si è trovati a tifare ciecamente due fazioni tra abitanti dello stesso palazzo e peggio ancora tra parenti. Le scuse accampate da una parte e dall'altra e soprattutto la cecità dei tifosi della Yoowee, che non ammettono la minima pecca, sono tutte cose cha hanno fatto si che questa rivalità abbia toccato limiti estremi, fino agli insulti sistematici e a guardarsi in cagnesco, se va bene, quando ci incrociamo per la strada. Questo è il succo della rivalità tra noi e loro, poi esistono anche moltissime situazioni di civile convivenza e rispetto, ma questo possiamo serenamente dire che accade assai di rado.
ROMA
La rivalità con la Roma esplose con tutta la sua potenzanel 1983, l'anno in cui a Firenze vi furono dei violentissimi scontri che successivamente sarebbero costati carissimi alla storia degli Ultras viola. Infatti, dopo quella cruenta battaglia contro i romanisti, il gruppo creato dal Pompa fu preso di mira dalle autorità competenti che obbligarono allo scioglimento il medesimo; il 1983 fu l'anno della fine degli Ultras Viola.
Non senza sbandamenti, la curva fu costretta a fare a meno del suo gruppo leader, di coloro che fino a poco tempo prima ci avevano condotto a farsi rispettare in tutti gli stadi e le città d'Italia. Il colpo da metabolizzare fu durissimo e la pillola da ingoiare anche, ma alla fine, tra mille peripezie e qualche scontro interno con tanto di qualche scazzottata, fu il Collettivo Autonomo Viola, noto anche come C.A.V, a prendere la leadership della Curva, una leadership intensa, che avrebbe tenuto fino al 2011, l'anno in cui a malincuore, il Leader storico Stefano Sartoni, detto Passarella, annunciò lo scioglimento di uno dei Club più rispettati del panorama curve.
Se con il Verona, come abbiamo detto nella parte dedicata ai gemellaggi, dalle botte e le sprangate passammo al gemellaggio, con i romanisti accadde più o meno il contrario. Infatti tra le tifoserie della Roma e della Fiorentina, esisteva una simpatia reciproca a causa della comune rivalità verso la Yoowee, ma anche e soprattutto per la posizione standard che le due squadre occupavano in classifica (perennemente a cavallo della metà). Poi la simpatia con il tempo crebbe fino a diventare quasi un gemellaggio vero e proprio con tanto di iniziative comuni. Ma la cosa durò sostanzialmente poco, tanto che per passare alla massima tensione tra le due curve il passo fu breve. Bastò veramente poco, una storia di striscioni rubati di cui nessuno si assunse la responsabilità. Le due curve si accusarono a vicenda di questo fatto e dalle discussioni verbali si passò ai fatti. Poi nel tempo l'antipatia reciproca tra le due parti è cresciuta ai massimi livelli, senza contare che alcuni episodi accaduti sul campo hanno contribuito ad alimentare i sentimenti negativi. Stiamo parlando di un famoso Roma-Udinese in cui successe di tutto con tanto di Fiorentina retrocessa in B ai danni proprio dell'Udinese, palesemente favorita dall'atteggiamento inerte dei giallorossi.
Ma i motivi di discussione sono stati anche altri, leggi i favori che i palazzi del potere politico hanno sempre fatto alla Roma (e alla Lazio) con tanto di giallorossi salvati dal fallimento almeno un paio di volte mentre la Fiorentina fu costretta a sparire dal panorama calcistico. In tal senso furono emblematiche le parole di Matarrese, negli anni 90, quando aveva sulla scrivania della federazione i carteggi di molti fallimenti, tra cui Pisa e Catania. A domanda sulla situazione della Roma l'allora Presidente federale ebbe a dire: "ma alla Domenica dove li mandiamo 60.000 romani..." La cosa si è ripetuta nei primi anni 2000.
NAPOLI
Quella tra Napoli e Fiorentina è una delle più antiche rivalità, quasi di routine, e quindi anche più semplice da spiegare.
Tutto comincia a cavallo del dopoguerra, quando la macchina del calcio si stava lentamente rimettendo in moto dagli orrori del conflitto e quando il mondo piangeva la scomparsa del grande Torino. Il popolo napoletano, per natura un po' caciarone e poco incline agli schemi, a causa dello scarso lavoro e delle precarie situazioni in cui versava la città partenopea, iniziò a emigrare con più decisione verso altri lidi, specialmete quelli settentrionali. Tenendo conto del fatto che tutti questi emigranti avevano anche una certa passione calcistica, capitava soventemente, e capita ancora, che in molti si recassero al seguito del Napoli quando questo saliva a giocare nelle località del centro-nord vicine a quelle in cui si erano accasati i numerosi emigrati. Firenze non fu immune dal fenomeno tifoseria napoletana e per colpa della palese incompetenza delle aurtorità preposte, leggi Prefettura e Questura, non lo è tuttora.
Infatti, fino alla fine degli anni 60, quando il tifo organizzato era una chimera e il tifoso era assai più compassato, capitava di trovare i tifosi di altre squadre in tutti i settori dello stadio Comunale, all'epoca si chiamava così. Quando il Napoli saliva a Firenze il fenomeno si amplificava e i numerosi emigrati si recavano in massa allo stadio. A quell'epoca non vi erano leggi specifiche in materia di sicurezza e quindi ai botteghini venivano venduti quanti più biglietti possibile senza porsi troppe domande da dove venisse il tifoso e soprattutto in che settore dello stadio andasse. Infatti i napoletani si assiepavano un poì ovunque, ivi compresa la Fiesole. Ma col sopraggiungere del tifo organizzato e della nascita degli Ultras, il Pompa e i sui ragazzi rivendicarono, e a ragione, la Fiesole come proprio territorio e anche il fatto che nessun tifoso avversario vi mettesse piede. E fu così che, durante un Fiorentina Napoli di quasi cinquanta anni fa, gli Ultras Viola passarono ai fatti. Sotto la guida del Pompa, le centinaia di tifosi napoletani presenti in Fiesole vennero "gentilmente" invitate ad accomodarsi fuori e a non rimettere mai più piede in Fiesole. Volarono inevitabilmente qualche ceffone e qualche calci nel sedere, e anche qualche accusa ingiustificata di razzismo, perchè il discorso era di ben altra natura. Da quella volta, quella che era una antipatia, divenne vera e propria rivalità.
Poi siamo arrivati ai fatti di Roma 2014 e alla incresciosa finale di Coppa Italia, quel che accadrà domani non lo sappiamo ancora....
GENOA
Storicamente tra Genoa e Fiorentina non sono mai state rose e fiori. Il momento top della rivalità tra queste due grandi tifoserie fu senz'altro in occasione del gravissimo infortunio in cui Antognoni ebbe la peggio su una uscita killer del portiere rossoblu Martina. Era la fine di Novembre del 1981 e la Fiorentina del Conte Pontello, costruita senza badare a spese, stava facendo la voce grossa in campionato. Finalmente, dopo anni bui e anonimi, tutto sembrava andare per il meglio, quantomeno fino al 13' minuto della ripresa di quel lontano Fiorentina-Genoa. Antonio restò per terra privo di sensi e senza respiro, fu colpito in pieno cranio dal portiere genoano Martina, che con un uscita da arti marziali stese il capitano viola. Furono momenti terribili, interminabili....I giocatori delle due squadre chiamavano disperatamente i sanitari dalle panchine, in molti, con le mani nei capelli, vagavano per l'area di rigore, quella sotto la ferrovia, la situazione era gravissima, lo stadio, colmo in ogni ordine di posti, sprofondò in un silenzio surreale. Alcune ore dopo, con Antonio ancora in pericolo di vita, iniziarono a trapelare le prime indiscrezioni sullo stato di salute dell'unico e 10, e anche del fatto che se era arrivato ancora in vita a Careggi, questo era stato grazie anche e soprattutto al medico sociale genosano, il Dottor Gatto, poi successivamente premiato per la sua grande intraprendenza e professionalità che valse la vita di Antonio . Tuttavia questo non evitò che la rivalità tra Genoa e Fiorentina sprofondasse quasi in odio, e poi, a fine dei quella partita successe il finimondo con tanto di botte da orbi e invasione della Curva Ferrovia....Poi dopo i favolosi anni 90 del Genoa europeo, le occasioni di confrontarsi con i liguri si ridussero a zero. Loro infilarono in un tunnel lungo anni e anni in cui videro ripetutamente i bassifondi del calcio italiano, e quindi la rivalità, pur restando, ha assunto toni meno accesi. Dal canto loro il risentimento verso i colori viola è dovuto a quell'amicizia che avemmo con i loro cugini doriani, per altro breve e finita ad inizio anni 90 a causa dei loro flirt con i gobbi.
BOLOGNA
Quella con il Bologna è invece una rivalità storica, inizialmente dovuta più che altro a motivi di campanile a causa della vicinanza delle due città e dal fatto che quella partita, una delle classiche del campionato, sia chiamata Derby dell'Appennino.
Fin qui niente di strano e anche se nel corso degli anni a Bologna sono volati diversi cazzotti e soventi cariche della polizia, visto l'epoca, la situazione era tutto sommato normale. Il popolo bolognese è un gran popolo, gente simpatica, operosa e con una certa propensione alla cultura e al gusto del bello e del buono.
Come accade in toscana, anche in quella terra il culto del cibo è una virtù e mangiare e bere bene è una prassi comune. Ma al pubblico bolognese, tranne una parte più radicale che occupa la curva Costa, va riconosciuta anche la grande sportività e obiettivita, tanto che parecchie volte ci siamo trovatI a vedere i nostri giocatori applauditi dai bolognesi, magari dopo una grande prova; l'ultimo caso Cuadrado: Dall'Ara in piedi e applausi a scena aperta per la tripletta di JC11!
Poi, la situazione quasi normale con cui veniva vissuto il Derby dell'Appeniino, cambiò drasticamente a metà 1989. Di rivalità con il Bologna avremmo voluto parlare in due righe, sistemandola nel capitolo comune insieme alle altre non ritenute così accese, ma purtroppo c'è stato di più.
Nel giugno del 1989, un giovane tifoso bolognese quattrodicenne, Ivan Dall'Olio, al seguito dei suo beniamini impegnati nella vicina Firenze, fu colpito da una bomba molotov lanciata contro il vagone del treno su cui viaggiava per mano di quattro "tifosi" viola. Questo sconsiderato e folle gesto, senz'altro il momento più basso della tifoseria viola, costò carissimo al piccolo Ivan che, sottoposto a lunghissimi interventi e a dolorose cure, finirà per rimanere sfigurato in volto e con profonde ferite psicologiche difficili da guarire. Immanginatevi che cosa ha dovuto subire quel bambino...All'epoca aveva solo quattordici anni.....
Quell'azione terribile fu consumata, si dice per vendicare una sassaiola subita dai viola lungo i binari bolognesi nella partita di andata....
Alla fine i quattro aggressori, di cui il lanciatore materiale dell'ordigno che era un minore, vennero individuati, arrestati, processati e condannati; Nei confronti dei tre imputati maggiorenni la Corte d’ Assise decise di condannare Domenico Secondo (detto il “pitone”) a 14 anni di reclusione, Simone Aspidi (detto il “morto”) a 13 e Maurizio Igneri (detto il “vizia”) a 12. I tre erano gia’ stati condannati, con sentenza definitiva, per i reati di fabbricazione, detenzione e porto di ordigno esplosivo e attentato alla sicurezza dei trasporti. L’ assenza, sul banco degli imputati, fu’ quella del giovane che materialmente lancio’ la molotov: Emanuele B., che quel 18 giugno 1989 aveva 17 anni e 11 mesi. La differenza tra lui e gli altri tre, che affrontarono il processo, fu un’inezia in termini di eta’. Ma alla resa dei conti dinanzi la sbarra, il fatto contò 12 e piu’ anni di carcere in termini di pena. Per lui, che in quel processo è stato chiamato a testimoniare, ma rifiutò di rispondere, il tribunale dei minori di Firenze dispose l’ affidamento per 3 anni al Servizio sociale.
LE ALTRE RIVALITA'
SALERNITANA:
Rivalità nata a causa dell'increscioso fatto esterno che costò il cammino della Fiorentina nella Coppa Uefa 1999/2000.
Erano i sedicesimi di Coppa Uefa. Dopo il 2-0 in Svizzera firmato Batistuta e Robbiati, al ritorno si giocò sul campo neutro di Salerno, a causa di una squalifica per oggetti lanciati in campo al Franchi durante un discusso finale di partita tra Fiorentina-Barcellona in una Coppa delle Coppe di un paio d'anni prima. Stesso fatto che capiterà quel giorno, ma di certo non per opera dei tifosi viola. Furono dei sedicenti tifosi salernitani presenti allo stadio, tra l'altro pare anche gobbi.
In vantaggio per 2-1, a fine primo tempo i tifosi della Salernitana lanciarono una bomba carta in campo ferendo il quarto uomo. Al Grasshoppers, dunque, fu data la vittoria a tavolino per 3-0.
Durante il campionato, infatti, i tifosi delle due compagine si erano scontrati accendendo la rivalità culminata con il lancio, diretto ai giocatori di Trapattoni che invece colì il belga Philippe Flament, ferendolo al ginocchio destro.
Al club di Cecchi Gori, nonostante i precedenti in senso contrario anche in campo internazionale, venne riconosciuta la responsabilità oggettiva, 3-0 a tavolino e addio alla competizione europea. Poi della Salernitana si sono perse le tracce e di conseguenza le occasioni di incontrarla.
SIENA:
Rivalità nata a motivo della vicinanza; chiamata anche "derby guelfi-ghibellini", per le due storiche battaglie tra le città; quella avvenuta a Montaperti nel 1260, vinta dai senesi (la ghibellina Montaperti) e quella di Colle Val d'Elsa nel 1269, vinta dai fiorentini (la guelfa Colle). Partita sentita soprattutto dai tifosi del Siena. Va aggiunto che la provincia di Siena è quella con il maggior numero di viola club (dopo la provincia di Firenze), una sorta di "derby nel derby", come se Siena città giocasse contro Siena provincia.
PISA:
Anche con il Pisa, leggi Siena, la rivalità nasce meramente dalla vicinanza delle due città e da motivi storici extra-calcistici. A questa rivalità se è stato dato del pepe e anche una punta di allegria di cui a potuto godere tutta l'Italia, grande merito va al povero Romeo Anconetati. Il più grande presidente che abbia mai avuto il Pisa, pur non essendo toscano, lui era di Trieste, non perse tempo per adattarsi al clima campanilistico della nostra regione e con sferzanti battute e trovate da gag comiche, per lunghi anni rese un volto diverso a questo derby spesso risolto a favore dei viola sul campo e con sonore scazzottate dentro e fuori i due stadi. Poi, finito il Pisa di Romeo e defunto lo stesso, Fiorentina e Pisa non si sono incrociate per anni. Accadde ai tempi del Pisa di Maurizio Mian, un ex industriale farmaceutico che era a capo della Gunther Corporation, quella dell'omonimo cane pastore tedesco. Era la Florentia Viola appena nata dal fallimento, una squadra di bambini senza struttura e quasi senza maglie, raffazzonata alla meglio per giocare la prima partita della Coppa Italia di serie C contro il Pisa. In quell'occasione il Presidente Mian volle provare a fare l'Anconetani ma senza averne la stoffa e nemmeno la classe. Mian disse di voler far sedere il cane Gunther in tribuna d'onore e che i Della Valle non gli avrebbero mai fatto le scarpe. Si coprì di ridicolo, poi successivamente, dopo aver comunque rimesso in piedi il Pisa, lo cedette al miglior offerente. Dei pisani che dire? Rivali si, ma leali.
PALERMO:
Rivalità recente, nata con la presenza costante dei rosanero in serie A. Dopo i primi rancori dovuti al ripescaggio dei toscani in Serie B nell'estate del 2003, la rivalità si è acuita all'inizio del campionato 2005-2006 in seguito al passaggio di Luca Toni dai rosanero ai viola. Ulteriori screzi sono sorti nel campionato 2006-2007 in seguito all'esultanza di Francesco Guidolin in occasione della partita vinta dai Siciliani a Firenze, e in seguito alla lite fra Guidolin e Prandelli, nel match di Palermo dopo il gol di Adrian Mutu con Roberto Guana del Palermo a terra. Nel campionato 2008-2009 un altro episodio segna un match Palermo-Fiorentina: l'attaccante viola Alberto Gilardino, dopo aver subito una vistosa spinta da tergo in area non rilevata, segna con la mano la rete del momentaneo 1-0, contribuendo fra aspre polemiche alla vittoria dei toscani per 3-1.
MILAN-INTER-BRESCIA-ATALANTA: